Un mare oltre il pesce, dove il vegetale di sabbia incontra quello subacqueo e le erbe aromatiche il bouquet delle alghe, in un match di mineralità e clorofille. A Fiumicino, l’archeologia mediterranea di Gianfranco Pascucci.
È famosa in tutto il mondo per via dell’aeroporto, Fiumicino, scalo poco romantico e ancor meno sostenibile, dove però i romani da sempre si fermano a mangiare il pesce fresco, freschissimo, praticamente surgelato. Un ecosistema fatto di dune e biodiversità, fragile e prezioso, brutalmente violato dai rombi e dagli scarichi, che ha trovato nella gastronomia una via di riscatto e una forma di resistenza micidiale.